Il fotografo di Mauthausen.


PREMESSA

Tramite questo post farò una riflessione sul rapporto tra la fotografia e la realtà. Per farlo utilizzerò come esempio il film "Il fotografo di Mauthausen".

TRAMA

Il film, tratto da una storia vera, parla della vita nei campi di concentramento e in particolare parla della vita di Francisc Boyx, un detenuto spagnolo che lavorava come assistente nel laboratorio fotografico nel campo di Mauthausen.

Boyx rischia la propria vita per fare uscire i negativi dal laboratorio.Grazie alle sue fotografie e ai suoi negativi, Francois riesce a portare fuori dal campo la verità che i nazisti nascondevano. Dopo la sconfitta dei tedeschi, e la liberazione di tutti i campi di concentramento, il mondo verrà a conoscenza della verità. I negativi arrivano al processo di Norimberga nel 1946.

MACCHINE FOTOGRAFICHE

Leica:

Risulta essere la macchina fotografica col quale vengono fatti gli scatti più frequentemente durante il film.La Leica era il top del mercato internazionale sia per la qualità di costruzione che per le ottiche. Le sue ottiche e soprattutto la grandezza della macchina fotografica restarono ai primi posti fino agli anni 50′. Soltanto in pochi potevano permettersela e infatti l’utilizzo della Leica in Guerra si concentrò in fotografie per la propaganda o grandi eventi.

La seconda è un modello braun norca con obbiettivo f/8 da 120mm nata in Germania nel 1915 ed è una macchina fotografica pieghevole rivestita di pelle nera.

IL TRIANGOLO AZZURRO



Quelli identificati con il “triangolo azzurro” nei campi di concentramento, sono gli emigranti. Più nello specifico, nel campo di Mauthausen, il triangolo azzurro, era attribuito ai prigionieri politici spagnoli.

VISIONI DELLA FOTOGRAFIA

Nel film possiamo notare come la relazione con la fotografia del “Capo di identificazione”, Paul Ricken afferma che “La realtà non esiste, dipende dal punto di vista”., e Francisco Boix (internato del campo), che afferma Nessuno ci crederà senza prove (fotografiche)”. sia completamente diversa.

Da una parte abbiamo Paul Ricken che realizza delle messe in scena con i prigionieri del campo, per fare propaganda ma anche per rendere il campo più accettabile per se stesso.


Dall’altra abbiamo Francisco Boix che cerca in tutti i modi di fotografare quello che realmente accade nel campo e di fornire ai cittadini tedeschi, poco fiduciosi, le prove.





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